L’ANGOLO DEI CORSISTI – Il contributo di Ilaria Iotti

 

La scoperta di sè a partire da un esercizio di scrittura espressiva

 

Ho scelto di condividere questo lavoro, nato durante un modulo di approfondimento sulla teoria della Gestalt per citare un esempio della combinazione di teoria e pratica che ho sperimentato durante la frequenza della scuola G.Ri.Fo Counselling e che ho trovato particolarmente efficace.

La docente aveva chiesto di scegliere due metafore legate gli animali che ci rappresentassero in quel momento e di scrivere una storiella brevissima con quei soggetti. Ho lasciato che il testo si scrivesse da sè, in due minuti, senza intervenire troppo nel controllo dei contenuti.

“Il suo nome era Tana, ma si faceva chiamare Tania, quel nome suonava così esotico e seducente. Era una tartaruga con le ruote dalla nascita. Il suo segreto era la sua natura molteplice: lenta dentro ma con una carrozzeria che le consentiva di andare a tante velocità: poteva decidere di superare gli altri, di andare al loro passo o stare indietro a seconda delle necessità.

Aveva una relazione con Brad, bradipo dagli occhi azzurri e lucenti. Si vedevano occasionalmente perché Tania la casa la portava sulle spalle e aprirla agli altri richiedeva un grosso sforzo; doveva fermarsi, parcheggiare in un posto sicuro e nascondere quelle ruote che rivelavano la sua natura nomade.

Brad l’aveva conquistata, si era fatto spazio in quella casa stretta ma accogliente.

Tania voleva tanto chiedergli di restare ma cosa ci fa un bradipo con una tartaruga da corsa?

Un giorno Brad le chiese:” Ma dove sono finite le tue splendide ruote?” Tania rispose: Le ho nascoste perché temevo saresti scappato vedendo che non sono poi così lenta come quella tartaruga di cui ti eri innamorato.

Brad rispose: “Mi sono innamorato di te proprio per quelle”. Ci saranno momenti in cui andremo a velocità diverse, ma quando tu sfreccerai all’università io potrò dormire e sarò sveglio e pronto ad accoglierti quando rientrerai a casa e nessuno dei due dovrà rinunciare ai suoi sogni e alla sua natura.

Da quel giorno Tana iniziò ad andare fiera del suo nome, così materno e accogliente e faceva sfoggio delle sue bellissime ruote che sfregava e spazzolava. E più lucidava più le sembrava di risplendere un po’ anche lei, di una luce di cui Brad l’aveva vista brillare da sempre.”

Questo esercizio mi ha aiutato molto a lasciar affiorare vissuti che non erano ancora del tutto consapevoli ed espliciti. Ha evidenziato le mie paure, i timori che gli altri vedano aspetti di me che non corrispondono alle loro aspettative (le ruote), mi ha fatto capire che quelle incertezze sono anche delle risorse di cui prendersi cura (da sfregare e spazzolare) e mi ha fatto toccare con mano la mia voglia di fermarmi un attimo, con lentezza, per lasciare che un compagno entri in maniera stabile nella mia vita. Tutto questo in una metafora, tutto questo in un’immagine, in una storiella da due minuti e trenta, precisi.